SCARPETTE

SCARPETTE

Se provassimo ad aprire il baule di una ballerina sicuramente rimarremmo colpiti dalle decine e decine di scarpette riposte al suo interno. Nonostante le fatiche ed i dolori, indubbiamente le scarpette da punta sono quelle che più delle altre hanno un valore unico per ogni ballerina. Ma facciamo un tuffo nel passato. Siamo nei primi anni dell’800 quando Charles Didelot, ballerino e coreografo francese, inventò quella che poi è passata alla storia come “macchina per volare”: i ballerini indossavano delle scarpette con sostegno e riuscivano a “stare sulle punte” prima di sollevarsi da terra grazie ad un sistema di fili di acciaio a sostenerli.

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Questo effetto di leggerezza fu accolto con grande entusiasmo dal pubblico ed per questo i coreografi inserirono sempre più figure sulle punte nei loro spettacoli. La prima ad eseguire un intero balletto in punta fu Maria Taglioni nel 1832, nella Sylphide. La leggenda narra che la ballerina italiana per ovviare alla sua bassa statura, e per apparire quindi più alta e leggiadra, decise di immergere le sue scarpette da mezza punta nel gesso liquido. Ne venne fuori una pantofola di seta con punta imbottita ma questa non era sufficiente per dare un reale sostegno nell’esecuzione dei passi. Un’importante evoluzione della scarpetta da punta la dobbiamo alla ballerina russa Anna Pavlova, la quale avendo un collo del piede molto accentuato, rischiava seri infortuni indossando la versione originale della scarpa. Da qui l’esigenza di rinforzare la suola con alcuni chiodini, inserire una soletta interna in cuoio come ulteriore sostegno e indurire maggiormente la punta della scarpa. E’ proprio a lei che si deve la nascita delle punte moderne.

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Ma una ballerina classica non è fatta soltanto di tutù, scarpette da punta e chignon. Dietro tutto questo c’è un duro lavoro, uno studio accurato della tecnica svolto in mezza punta sin dalla tenera età. Ogni ballerina ha ricordi dei suoi primi approcci con la danza grazie a fiocchetti ed elastici delle scarpette da mezza punta, definite in gergo “la seconda pelle del piede”. Ultime ma non meno importanti nella formazione di una ballerina sono le scarpe di carattere, in tela nera con tacco più o meno alto, fondamentali nello studio delle danze di carattere. In antichità le ballerine indossavano costumi e scarpe (con il tacco appunto) a rievocare l’abbigliamento del popolo. Studiare quindi le danze di carattere vuol dire imparare l’espressività e il temperamento tipiche delle danze popolari avendo sempre uno sguardo alle origini.

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