PIROUETTES

PIROUETTES

Quando uno spettatore assiste ad uno spettacolo di danza attende sempre il momento in cui il ballerino si cimenta in una serie di virtuosismi che oggi caratterizzano la performance. Tra questi rivestono senza dubbio un ruolo fondamentale le pirouettes, prova inequivocabile della capacità tecnica di un danzatore. L’arte del giro, in tutte le sue svariate forme, tanto nella danza classica quanto nella Modern, richiede anni di studio e sperimentazione, esercizi preparatori alla sbarra e al centro, al fine di eseguire correttamente le numerose azioni necessarie al movimento e per creare un buon bilanciamento tra forza e naturalezza. Alcune allieve hanno una predisposizione naturale per il giro ma in ogni caso è necessario un intenso allenamento per renderlo un passo di danza e non semplicemente un esercizio tecnico.

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Il metodo di insegnamento delle pirouettes deriva dall’unione tra la tecnica da manuale e l’esperienza personale dell’insegnante ma il vero segreto sta nella percezione del proprio corpo. E’ provando e riprovando, con costanza e criterio, che ogni allievo sarà in grado di trovare la propria chiave: alcune focalizzano l’attenzione sullo spot della testa, altre sul corretto utilizzo delle braccia, altre ancora sulla gamba che funge da perno. La piroetta (cosi veniva definita anticamente) era inizialmente esclusività dell’uomo. Si è diffusa nell’800 per merito di due ballerini francesi i quali stanchi delle rigide convenzioni, cominciano a sperimentare nuove tecniche concentrando il loro studio sull’equilibrio. Arrivano ad eseguire ben 12 giri tanto da essere paragonati a delle trottole umane. Ovviamente la tecnica non era del tutto raffinata! La rotazione terminava con un brusco movimento e con una pesante “caduta” dalla mezza punta. Le ballerine invece, inizialmente costrette in abiti molto voluminosi e quindi impossibilitate nello svolgimento di tale movimento, riuscirono a trovare un proprio virtuosismo negli anni successivi concentrandosi non più sul numero ma sulla ripetitività; ecco quindi le prime versioni dei piquè in diagonale o degli amatissimi fouettes.

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