Officina Danza Studio https://officinadanzastudio.it Tue, 14 Mar 2023 19:37:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.3 https://officinadanzastudio.it/wp-content/uploads/2022/05/cropped-Senza-titolo-2-32x32.png Officina Danza Studio https://officinadanzastudio.it 32 32 N° 18 – Marzo 2023 https://officinadanzastudio.it/n-18-marzo-2023/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-18-marzo-2023 https://officinadanzastudio.it/n-18-marzo-2023/#respond Tue, 14 Mar 2023 19:37:02 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15925 Bentrovati viaggiatori!

Salve!
Ciao!
Buongiorno!
…un pubblico variegato oggi!

Vi sono mancato?

Si…
Forse…
Può essere…
NO… segue una risata!

Roberte… 

Certo che mi sei mancato… sciocco… mi diverto a farti arrabbiare!
Oggi avrei una proposta da farti. Parlaci di Frida Kahlo!
….
Frida Kahlo, all’anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, è stata pittrice. Frida è senza dubbio la pittrice messicana più influente del XX secolo, grazie alle sue opere surrealiste e ai suoi autoritratti che fanno parte dell’arte popolare messicana post-rivoluzionaria.
Perché Frida Kahlo è diventata il simbolo del femminismo?
Frida lottava contro le lotte di genere, la sua sessualità d’altronde non è mai stata chiusa in gabbie sessiste, lei infatti ebbe anche relazioni con delle donne, era bisessuale e lo annunciava tranquillamente, essendo intollerante ad ogni regola.
Ma…
….
Ma?
Mi chiede Roberte ed il pubblico…

Frida non è famosa solo per la sua arte, ma anche perché la storia della sua vita – fatta di grande sofferenza a causa dell’incidente che la rese disabile, costringendola a 32 operazioni e a diversi mesi a letto – l’ha resa senza dubbio una delle icone femminili più ammirate della nostra epoca.
Nonostante la disabilità, infatti, la pittrice messicana ha sempre dimostrato una grande forza d’animo ed è stata sicuramente una delle più grandi rivoluzionarie della sua epoca.
Uno degli aspetti più appassionanti della storia di Frida è il matrimonio col pittore Diego Rivera. S’incontrano nel 1928 e si sposano l’anno successivo. Diego aveva una personalità molto complessa e facilmente se ne poteva rimanere affascinati. I due viaggiano molto per gli impegni di Rivera in quanto è un artista noto nel panorama artistico internazionale. Frida continua a dipingere e racconta ad amici e parenti le difficoltà del suo matrimonio, soprattutto i tradimenti di Diego.
..
“In fondo io e te ci amiamo moltissimo, e anche se passiamo attraverso innumerevoli avventure, porte sbattute, insulti e lamenti a livello internazionale, continuiamo ad amarci?
Tutta la rabbia che ho ingoiato mi ha semplicemente fatto capir meglio che ti amo più della mia stessa vita, e che anche se tu non mi ami allo stesso modo, comunque un po’ mi ami (…) 
Mi rimarrà sempre la speranza che sia così, e di questo mi accontento… 

Amami un poco io ti adoro. 23 luglio 1935

Nonpertutti 
MAMDG

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N° 17 – Febbraio 2023 https://officinadanzastudio.it/n-17-febbraio-2023/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-17-febbraio-2023 https://officinadanzastudio.it/n-17-febbraio-2023/#respond Wed, 15 Feb 2023 11:04:24 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15921 Bentrovati viaggiatori!
Bentrovato!

Oggi vi parlerò…

Di quadri?
No…

Di sculture?
No..

Di poesie?
No…

Oggi vi parlerò di…
Di…?

Spesso, come accade nella vita, i piani vengo stravolti, in meglio….

Roberte sale sul palco, prende la mia mano e…

“Ti ricordi quel giorno… ero intimidita… quel profumo e quelle tue mani con anelli… non pensavo che…”

Per indossare più anelli è importante non tralasciare il buon gusto per l’estetica e la vanità che, probabilmente, costituiscono il motivo principale per cui un uomo decide di indossare gioielli sulle dita.

Mi soffermerei sullo chevalier.
Storicamente lo chevalier quale simbolo di nobiltà dovrebbe essere indossato al mignolo destro, così si usava fin dall’Ottocento per lasciare la firma sulla ceralacca calda del casato.
Sin dai tempi degli antichi Egizi, lo chevalier veniva usato come segno di riconoscimento della famiglia a cui si apparteneva. Proprio per questo motivo la caratteristica principale di questo anello è avere la parte superiore piatta sulla quale storicamente veniva inciso – o scavato- lo stemma o il sigillo di famiglia.

Nonostante questa regola, viene ormai indossato indifferentemente anche alla mano sinistra. Allo stesso modo si comprano chevalier di seconda mano che non solo non hanno più alcun valore nobiliare, ma a volte neanche un reale valore economico!
….
Più di sempre…
Nonpertutti 
MAMDG

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N° 16 – Gennaio 2023 https://officinadanzastudio.it/n-16-gennaio-2023/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-16-gennaio-2023 https://officinadanzastudio.it/n-16-gennaio-2023/#respond Sun, 15 Jan 2023 12:53:07 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15914 Bentrovati viaggiatori e Buon Anno Nuovo con infiniti viaggi verso dove? 
Solo il vento lo dirà…
Avete mai visto il vento?
Solito brusio dal pubblico… 
impossibile vederlo!

No… è possibile vederlo tra la fronde degli alberi… 
quando scompiglia i capelli… 

quando…
Lei… 
Roberte…
“Quando il vento mi porta il tuo profumo…”


Andiamo viaggiatori… 
Nel corso della storia in molti hanno cercato di attribuirsi le origini del profumo. Ma chi ha davvero inventato il profumo? E soprattutto, quando è nato? 
I primissimi recipienti per cosmetici ritrovati in Medio Oriente risalgono al 7000 a.C., ma furono gli Egizi a porre le basi per la produzione e l’utilizzo di profumi e aromi. Il profumo, infatti, era parte integrante di tutti i riti sacri di questa civiltà. Alle essenze di olibano, mirra e laudano era attribuito il potere di avvicinare l’anima agli dei e assicurarle la protezione durante il viaggio verso l’aldilà.
Profumo e dimensione sacrale formavano un nesso tanto inscindibile che il profumo veniva chiamato “sudore divino” e ogni tempio possedeva un piccolo laboratorio in cui i sacerdoti preparavano gli aromi da bruciare. Il ricettario degli incensi era inciso sulle pareti di queste stanze, eppure alcuni ingredienti venivano ricordati soltanto a voce, per mantenere il segreto fra le mura del tempio.
E poi… e poi… e poi… giungiamo al tempo nostro…

“Qualsiasi vento è vento di mare, e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento – è marittima. C’è odor di mare, no, ma: c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi. Anche il vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare. Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto – c’è il mare, l’oltredeserto, l’oltresteppa… Ogni viuzza in cui tira vento è la viuzza di un porto”. Marina Cvetaeva

Nonpertutti 
MAMDG

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N° 15 – Dicembre 2022 https://officinadanzastudio.it/n-15-dicembre-2022/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-15-dicembre-2022 https://officinadanzastudio.it/n-15-dicembre-2022/#respond Thu, 15 Dec 2022 21:39:22 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15910 Teatro…
Viaggiatori e sognatori. ..
Brusio in sala…
Nessuno sul palco…
Voci… visi sbigottiti… 
“Cosa succede?”
“Non saprei!”
“E’ partito senza di noi!”
Dalla prima fila si alza la dottoressa Simonetta.
“Scusatemi nemmeno io conosco cosa succede”.
Sale sul palco, prende il microfono e…
Una voce irrompe in sala.
“All’ingresso una lettera…”
“Simonetta, la legga per noi!”
Sgomento…
Curiosità…
Simonetta apre la lettera.
Silenzio in sala.
Un sorriso…
“Bentrovati viaggiatori. 
Roberte ed io siamo partiti per un lungo viaggio. 
Dove stiamo andando? 
Alla ricerca della felicità!..”

Simonetta chi è Roberte?
Cosa sai di loro?

Roberte è la signora della seconda fila, il profumo che si respira nell’aria, la sua erre francese… lui… lui è un antico cavaliere. Di più non posso dirvi!
Scusatemi devo continuare a leggere!

“Oggi dove vi porto? 
Vi porto a riflettere su uno scritto di Friedrich Nietzsche.
“E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica.”

Auguri di buone feste!

Nonpertutti MAMDG

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N° 14 – Novembre 2022 https://officinadanzastudio.it/n-14-novembre-2022/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-14-novembre-2022 https://officinadanzastudio.it/n-14-novembre-2022/#respond Mon, 14 Nov 2022 16:46:32 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15904 Bentrovati viaggiatori!
È già trascorso un mese dall’ultimo nostro incontro!
Cosa avete realizzato di nuovo?
Silenzio e poi una voce…
Ho realizzato un sogno.
Un’altra voce…
Ho fatto un viaggio.
Un’altra ancora
Ho preso un dottorato!
Calma… uno alla volta!
Ho un’idea!
Voi, oggi mi portate a viaggiare! Chi…
io…
no io…
spetta a me…
lo sono stato sempre presente….
Il mio sguardo si fissa in un punto del teatro
Pois… un vestitino a Pois
Sei tu vero?
Si… vorrei essere io a…
La sua erre francese, il suo profumo, i suoi pois… Se andate a Parigi, dovete assolutamente visitare Montmartre, il quartiere bohémien. In ogni angolo si respira
arte.
Visitare

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N° 13 – Ottobre 2022 https://officinadanzastudio.it/n-13-ottobre-2022/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-13-ottobre-2022 https://officinadanzastudio.it/n-13-ottobre-2022/#respond Sat, 15 Oct 2022 12:03:20 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15886 Bentrovati Viaggiatori

Come state?
Bene, male, arrabbiati o sereni?

Mille pensieri ora si ammassano nella vostra mente.
Come state realmente?

Silenzio in sala…

Perché una domanda del genere? 
Perché spesso piangiamo per cose che sono state e non dovevano essere e se sono…

Una voce dal fondo mi interrompe.

E se sono…?

E se sono… cerco di rispondere

Se son rose fioriranno, gridato in coro dal loggione…

Se son rose fioriranno…
nel mentre un pensiero mi affligge.
Non sento il suo profumo… 
Non sento la sua voce…
oggi non è venuta… 
Perché?

Dove ci porti?

Vi porto a pensare con la poesia di Nazim Hikmet che non racconta quasi mai un amore semplice. 
Non c’è una felicità naïf nelle sue parole. 
Al contrario, si sente spesso il peso della vita: delle vicissitudini che tengono lontani, delle incomprensioni che separano, degli slanci e delle cadute.

Addio, una parola che in un rapporto d’amore è sempre triste. Eppure in questa poesia c’è tantissimo amore, com’è raro trovarne altrove.

“L’uomo dice alla donna
t’amo
e come:
come se stringessi tra le palme
il mio cuore, simile a scheggia di vetro
che m’insanguina i diti
quando lo spezzo
follemente.

L’uomo dice alla donna
t’amo
e come:
con la profondità dei chilometri
con l’immensità dei chilometri
cento per cento
mille per cento
cento volte l’infinitamente cento.

La donna dice all’uomo
ho guardato

con le mie labbra
con la mia testa col mio cuore
con amore con terrore, curvandomi
sulle tue labbra
sul tuo cuore
sulla tua testa.
E quello che dico adesso
l’ho imparato da te
come un mormorio nelle tenebre
e oggi so
che la terra
come una madre
dal viso di sole
allatta la sua creatura più bella.
Ma che fare?
I miei capelli sono impigliati ai diti di ciò che muore
non posso strapparne la testa
devi partire
guardando gli occhi del nuovo nato
devi abbandonarmi.

La donna ha taciuto
si sono baciati
un libro è caduto sul pavimento
una finestra si è chiusa.

È così che si sono lasciati”.

Singhiozzi, lacrime che si riflettono alla luce artificiale di questa sala… 

Perché spesso piangiamo per cose che sono state e non dovevano essere e se sono…

Sono arrivata…
ho bucato la bicicletta…

Il suo profumo… 
la sua voce…

Nonpertutti 

MAMDG

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N° 12 – Settembre 2022 https://officinadanzastudio.it/n-12-settembre-2022/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-12-settembre-2022 https://officinadanzastudio.it/n-12-settembre-2022/#respond Wed, 21 Sep 2022 14:04:44 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15881 Ben trovati Viaggiatori.
Tornati dalle vacanze estive?
Dove siete stati?
Cosa avete visto?
Sicuramente luoghi esotici o vette altissime o…
O siete rimasti nelle vostre dimore perché impossibilitati a viaggiare…
Non importa… oggi si torna a viaggiare e…

E?

La sua voce, il suo sguardo, il suo profumo… uno dei suoi vestiti naif… è lei!

Rob….!!!

Roberte il mio nome è Roberte ma tutti mi chiamano Roberta

Roberte dove sei stata? 

Nel sud della Francia! Casa…

Raccontami….

Brusio nella sala!!!

E noi? 

Uno alla volta… vi prego!
Uno alla volta!

New York… Riccione… Sestola… Aosta… Mar Rosso… Rimini…

Roberte raggiungimi sul palco!

Io?

Si!

Quell’inconfondibile Coco Chanel mi avvolge…

Raccontaci… per un giorno sarò viaggiatore…

Saint-Rémy-de-Provence e Van Gogh 
Il manicomio di Van Gogh galleggia dentro una luce morbida, e non mette paura. Ci si arriva percorrendo un viale di ulivi e cedri. Il luogo si chiama Saint Paul de Mausole, appena fuori Saint Rémy, ed è un antico monastero diventato ospedale psichiatrico nel 1855. I colori violenti, disperati di Vincent non ci sono. Tutto è come avvolto nel pallore di un sogno. Una statua magra dell’artista, spiritato anche nel bronzo e con un buffo mazzo di girasoli in mano accoglie i visitatori.
Ma è con gli occhi di Vincent che bisognerebbe guardare. Qui l’artista arrivò l’8 maggio 1889, dopo essersi amputato l’orecchio ad Arles, e vi restò 53 settimane, nelle quali dipinse 150 tele firmandone solo sette, alcune delle quali capolavori immortali. Gli Iris,  La camera di Vincent ad Arles, L’autoritratto blu,  L’Arlésienne ,  La notte stellata, terribile notte dove la luna è un sole che precipita, il cipresso un coltello nero e gli astri sanguinano.
Dopo averla conclusa, nel dicembre 1889, tentò di avvelenarsi inghiottendo colori a tempera e bevendo il cherosene delle lampade. Eppure, Vincent van Gogh non era un pazzo furioso. Qui, al manicomio di Saint Paul, aveva addirittura due stanze, come l’ospite di un albergo. Il fratello Theo pagava la retta e gli inviava il materiale per dipingere, che Van Gogh chiedeva di continuo. «Mandami, ti prego, trentatré tubetti di colore, bianco, rosso lacca, verde smeraldo, arancione, cobalto, malachite, cromo e blu oltremare». Dipingere per resistere…

Resistere… aver la forza di continuare a vivere, cercando in ogni respiro quella felicità…

Nonpertutti

MAMDG

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N° 11 – Luglio 2022 https://officinadanzastudio.it/n-12-luglio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n-12-luglio https://officinadanzastudio.it/n-12-luglio/#respond Wed, 21 Sep 2022 13:34:37 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15875 Bentrovati viaggiatori, e…
bentrovata Signora che sorride dalla terza fila…
Com’è tutta elegante oggi!

Brusio in sala…

Scusatemi… ma da grande estimatore della bellezza non potevo esimermi dal guardare un’opera d’arte vivente!

Doppio brusio in sala…

Signore siete tutte bellissime ma… codesta Signora mi ricorda un ritratto di Suzanne de Court…

Triplo brusio… e rossore sul viso della Signora della terza fila… 

…non conosciamo tale pittrice…

Io sì…

mi giunge la voce della Signora della terza fila… 
sono francese!

Dove ci porti?

Goffredo sempre tu….

Signora il Suo nome?

Rob….

Basta piccioncini… ci siamo anche noi!

Goffredo… Goffredo…

Preparate un piccolo zaino… andiamo in un posto vicino.

La città in questione viene anche chiamata la dotta, la grassa e la turrita…

Bologna?

Bravi!

Passeggiando lungo il portico di Palazzo Isolani, proprio nei pressi dell’ingresso, alzando la testa si possono notare tre frecce appese in un angolo. Questo è uno dei posti più particolari che si possano visitare a Bologna e la sua storia è davvero curiosa. Si narra che una nobildonna venne accusata di adulterio dal proprio marito. Per commettere l’omicidio che avrebbe ripagato il torto, furono assoldati tre arcieri. La donna, scaltra e molto bella, al momento opportuno fece cadere le proprie vesti rimanendo nuda e mandando in tilt gli arcieri che scagliarono le frecce sulla volta del portico, mancandola in pieno.

Leggenda o verità, poco importa… 
Innanzi alla bellezza tutto accade!

Nonpertutti 

MAMDG

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N°10 – Giugno 2022 https://officinadanzastudio.it/n10-giugno-2022/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n10-giugno-2022 https://officinadanzastudio.it/n10-giugno-2022/#respond Wed, 15 Jun 2022 15:09:23 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15860 Bentrovati viaggiatori! 

Ascoltando “Mi chiamano mimi'” dalla Bohème, mi sovviene una storia d’amore poco conosciuta… 

…Brusio in sala…
Nessun viaggio oggi? 

Prego Signora senza nome della seconda fila!
…io, io… pensavo che oggi ci porti a viaggiare nel Romanticismo! 

Bravissima… mi dovrai, tra un viaggio ed un’altro, dirmi il Tuo nome! 

In un attimo e come accade spesso… dalla platea… 

Dove ci porti?
Come? 
Quando?
Perché? 

Bene oggi viaggiamo verso Maria Rom…. 

Maria, Regina di Inghilterra? 

Goffredo dalla quinta fila… Goffredo… sempre tu!
Sì, conosco il tuo nome… 
e… nonostante tutto, mi sei simpatico! 

Andiamo avanti!
Siamo qua per sognare, ascoltare ed imparare… 

E da Voi, viaggiatori che ascoltate i miei racconti cosa ho imparato? 

…dalle ultime file…
Cosa hai imparato? 

Ho imparato a sorridere… 
e come diceva mio nonno… “ascolta tutti dal più grande al più umile… avrai sempre qualcosa da apprendere…” 

Si parte… 
tenetevi stretti e voliamo sulle ali della fantasia o forse realtà. 

Fu amore a prima vista ma non avrebbe potuto esserlo.
La storia di Louis “Dickie” Mountbatten (zio del marito della regina Elisabetta II, Principe Filippo, mentore del Principe Carlo e omonimo del Principe William e del figlio minore di Kate Middleton) e della Granduchessa Maria Romanov, figlia dello Zar Nicola II e dell’Imperatrice Alexandra della Russia, è una delle note e più tragiche storie d’amore basate sul “Se solo…” 

Louis Mountbatten e Maria Romanov si incrociarono nel 1910, durante una riunione di famiglia in Germania, alla presenza dei Romanov e della famiglia della sorella di Alexandra ,Victoria e suo marito Louis di Battenberg (madre e padre di Louis Mountbatten). 

Louis aveva 10 anni, Maria aveva 11 anni. 

“Oh, erano adorabili e terribilmente dolci, molto più belle di quanto mostrano le loro fotografie”, citava Mountbatten.
“Ero un fanatico di Maria, ed ero determinato a sposarla. Lei è stata assolutamente adorabile. Tengo la sua fotografia nella mia camera da letto  sempre”. 

Il giovane Mountbatten non avrebbe mai più rivisto la sua amata Maria. 

N.d.r. quella fotografia era poggiata sul comodino di Louis persino il giorno della sua dipartita. 

Decenni dopo, durante un’intervista del 1969, Mountbatten raccontò:
“Avevamo pochissime notizie della famiglia Romanov, dopo che i bolscevichi presero il sopravvento. Tutti speravamo che alla fine sarebbero stati mandati in esilio, ma temevamo il peggio. Anche quando è successo, è passato molto tempo prima che venissimo a sapere i dettagli, che erano piuttosto orribili … “
Come noto, tutta la famiglia Romanov venne trucidata fra il 16 e 17 luglio del 1918, e della storia d’amore fra Louis Mountbatten e Maria Romanov non rimane che l’affettuoso ricordo dell’uomo.

Amori perduti, amori non vissuti, amori vissuti, amori sognati, amori per sempre! 

Nonpertutti! 

MAMDG

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N°9 – Maggio 2022 https://officinadanzastudio.it/n9-maggio-2022/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=n9-maggio-2022 https://officinadanzastudio.it/n9-maggio-2022/#respond Sun, 15 May 2022 19:12:29 +0000 https://officinadanzastudio.it/?p=15852 Buongiorno viaggiatori!
Vi siete persi tra asteroidi, galassie e deserti?
E Lei, Signora della seconda fila, ancora quel bel sorriso! 
Un giorno o l’altro mi dovrà dire il Suo nome. 

Brusio in salsa… 
Mi giunge un… il mio non lo chiede!
A tempo debito, mia cara… 

Oggi Vi porterò alla scoperta di un nome, un nome famoso, anzi famosissimo… 

Una domanda urlata in sala! 
Per cosa? 

Per delle uova! 

Ahahah…. una gallina? 

Spiritoso il nostro nuovo amico! 

Si parte…
… 

Tutto iniziò da un’idea dello zar Alessandro III, il quale volle fare all’amata moglie in occasione dell’anniversario dei loro vent’anni di fidanzamento un regalo molto speciale. Si dà il caso che tale ricorrenza cadesse proprio nella Pasqua del 1885 e così il monarca russo decise di omaggiare la consorte e imperatrice Maria Dagmar di Danimarca con un uovo pasquale straordinariamente prezioso. Per realizzare tale oggetto, Alessandro III si rivolse al gioielliere Peter Carl Fabergé, che era divenuto quello stesso anno orafo ufficiale della Corona Imperiale. Fu così che Fabergé realizzò il primo, mitico uovo.
Le Uova Fabergè furono realizzate da Peter Carl Fabergè,  conosciuto anche come Karl Gustavovič Faberže (San Pietroburgo, 30 maggio 1846 – Losanna, 24 settembre 1920), è stato un gioielliere e orafo russo. Divenne particolarmente noto per le famose Uova Fabergé, prodotti di alta gioielleria realizzati nello stile delle uova di Pasqua, con l’uso di metalli e pietre preziose che tra il 1885 ed il 1916 realizzo” un totale di 52 uova di Pasqua gioiello per gli zar, anche se di tutta la collezione ne sono rimaste solo 45. Per la realizzazione di ciascun uovo occorreva un anno intero di di lavoro e una squadra nutrita di artigiani.
….
Ndr
Un nuovo viaggio alla scoperta di cose, nomi, luoghi ritenuti banali ma diversi da ciò che conoscevate!
Ora, miei cari viaggiatori avete un nuovo spunto per poter “volare” da soli!
….
Nonpertutti 
MAMDG

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