Il lago dei cigni
Ritenuto da tutti (esperti del settore o profani) il balletto per eccellenza, Il Lago dei Cigni è ricco di tecnica e virtuosismi, coreografie sublimi, costumi raffinati e perfezione scenica.
La prima rappresentazione ebbe luogo a Mosca nel 1877 ad opera del coreografo Julius Wenzel Reisinger. Gli elementi principali dell’opera furono: un direttore d’orchestra semi – dilettante, orchestra e corpo di ballo abituati a standard meno impegnativi; due prime ballerine che si alternavano nei ruoli con un’età tecnicamente avanzata e soprattutto scarse doti coreutiche; scenografia allestita prendendo in prestito attrezzature di altre opere… Risultato: un totale disastro! Fu nel 1895 dopo la morte del compositore dell’opera, Pëtr Il’ič Čajkovskij, che il grande coreografo Marius Petipa, aiutato nell’impresa da Lev Ivanov, riprese in mano il libretto dell’opera e ne fece un grande capolavoro. Grazie a loro Il Lago dei Cigni entrò ufficialmente a far parte del repertorio classico a livello internazionale.
Immaginiamoci seduti sulle poltroncine del teatro… Sipario chiuso e luci spente…
Sentiamo l’orchestra suonare divinamente una melodia che aiuta a calarci nell’atmosfera fiabesca dell’opera (https://www.youtube.com/watch?v=IM5QqeyfQFQ). Queste note musicali saranno presenti in tutto il balletto, a volte come tema principale, altre come sottofondo, a volte con cadenza melodica e tragica, altre con ritmo incalzante e vivace.
Si apre il sipario.
La narrazione viene suddivisa in quattro atti, con quattro ambientazioni differenti. Ciò che andremo a vedere non è semplicemente una fiaba con un principe, una principessa, un castello e uno stregone. La storia di Odette e della sua copia Odile fa riflettere sulla distinzione tra il bene e il male, dove quest’ultimo, come può accadere nella vita quotidiana, si celano entrambi dietro un volto bellissimo. I due personaggi, comunemente noti come il Cigno Bianco e il Cigno Nero, sono infatti rappresentati dalla stessa ballerina; a distinguerli è soprattutto la loro danza. La prima ha movimenti fluidi, eleganti e lirici. Il Cigno Bianco riempie le scene del secondo e del quarto atto, per questo definiti anche “Atti Bianchi”.
Leave a Reply